La sindrome di Wobbler

Fin dal suo esordio questa patologia si manifesta con un’alterazione dell’andatura caratterizzata da instabilita’ ed ondeggiamento del corpo dell’animale da cui deriva il nome della malattia “Wobbler” traballante; diverse sono le affezioni patologiche alla base di questa sindrome neurologica quali protrusioni del disco, instabilita’ vertebrali, stenosi del canale etc. ma l’evento finale al quale si assiste è la compressione del midollo spinale e delle radici nervose nel tratto cervicale.Esistono due tipi di presentazione clinica della sindrome di Wobbler: una che colpisce i cani di razza grande e gigante in giovane eta’ (Alano, San Bernardo, Mastiff etc) e una seconda, piu’ frequente presente particolarmente nei cani di razza Doberman ma anche nei Dalmata, Weimaraner Rottweiler, Labrador etc. che si manifesta  in genere dopo i 5-6 anni di eta’. L’insorgenza dei segni clinici, in quest’ultima forma, è solitamente subdola con modificazioni iniziali dell’andatura che spesso sfuggono al proprietario; le alterazioni colpiscono prima gli arti posteriori manifestandosi con passi piu’ lunghi del normale (ipermetria) insieme ad un ondeggiamento tipico della groppa e solo in secondo momento si nota il coinvolgimento delle zampe anteriori che al contrario si muovono con rigidita’ e a piccoli passi ( ipometria); il dolore al collo spesso non è presente.

E’ fondamentale emettere piu’precocemente possibile una diagnosi certa per ottenere i migliori risultati terapeutici; dopo una corretta localizzazione clinica della lesione neurologica, la risonanza magnetica ci fornisce un quadro esaustivo della patologia in corso visualizzando i siti di compressione, se la lesione è dinamica o statica e l'eventuale presenza di un danno intramidollare reversibile o irreversibile.

La terapia puo’ essere conservativa nei casi meno gravi; l'intervento chirurgico è imperativo nei soggetti più neurologicamente compromessi. Utilizziamo diverse tecniche chirurgiche a seconda della patologia primaria sottostante: da una decompressione spinale tramite intervento di slot ventrale a più complesse tecniche di stabilizzazione vertebrale in distrazione. Negli ultimi anni è ormai diffuso come in campo umano l'utilizzo di cages intervertebrali a posizionamento singolo o multiplo, accompagnati o meno da altri mezzi accessori di stabilizzazione vertebrale; da pochi anni è possibile anche l'utilizzo di protesi discali.